domenica 25 marzo 2012

LA MELA DEL PECCATO

E dunque ci si ritrovava sempre nei posti peggiori con la consapevolezza di essere arrivati nella terra promessa , un Eden di circostanza che ci eravamo costruiti a misura d'uomo nelle ristrettezze della nostra immaginazione .
Ti potevi svegliare in una città diversa ogni mattina senza muoverti dal tuo letto . Erano sottili quelle notti che suonavano al ritmo di orgette di quartiere , di tanto in tanto uscivi per una birra e ti trovavi con una cilena e la sua compagna di stanza , potevi finire in un pub come in un baccanale con qualche amico dove tutti nudi avreste messo in scena il vecchio gioco ancestrale , quella danza che smuoveva da sempre i poeti .
Potevi essere un'avvocato succube dei cantautori tristi di una Genova stanca o uno pseudo scrittore abituato a cercare i versi sempre nei posti sbagliati ma quelle notti rivendicavano la loro rude prosa in un romanzo che tutti avremmo potuto scrivere .
Gli anni sessanta erano finiti da un pezzo e giocare a fare i figli dei fiori non avrebbe mai portato ad un benemerito cazzo . Tutto quello che potevi fare era annaffiare i tuoi vasi con della tequila ed aspettare la nascita dei tuoi fiori del male .
Era un diario del deliro che stavamo scrivendo senza pensarci su nemmeno un'istante . Signori e signore ecco la mela del peccato assaggiatene tutti un pezzo e potrete diventare delle divinità vuote a perdere.


Vittorio chiamò "Che serata ." .
Il cielo piangeva e tutti ci sentivamo un po' più vuoti , era il prezzo da pagare . L'onere della divinità .



       Ferdi   .

Nessun commento:

Posta un commento